Quante volte ti sei sentito in colpa per esserti arrabbiato? E quante, invece, hai rimpianto di non aver difeso i tuoi spazi? Nella nostra cultura la rabbia è guardata con sospetto: troppo spesso viene confusa con violenza o odio, e per questo relegata tra le emozioni proibite. Si impara presto a reprimerla, a nasconderla, a giudicarla. Eppure, la rabbia non è un nemico da combattere, ma una voce interiore che chiede di essere ascoltata. La rabbia non è un difetto: è un messaggio che ci avverte quando stiamo vivendo una situazione che non ci fa bene. Come la febbre, che non è il male in sé ma l’allarme del corpo, così la rabbia ci segnala con chiarezza che un confine è stato oltrepassato, che una situazione è diventata insostenibile, che la nostra dignità chiede protezione. È la forza che ci consente di affermare: «Questo non mi fa bene. Oltre questo limite non posso andare.» Persino il cinema, con Inside Out, le assegna un posto preciso nella cabina di regia della ps...
Blog di Giuseppina Beatrice Scavuzzo su psicologia , crescita personale, consapevolezza digitale.