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Visualizzazione dei post con l'etichetta autoconsapevolezza

L’impazienza: un’analisi psicologica

  L’impazienza è come un filo invisibile che attraversa le nostre giornate, tirandoci verso un ritmo sempre più veloce. Non si manifesta in modo palese, ma si insinua nei piccoli gesti quotidiani: il controllo incessante del telefono in attesa di un messaggio o una notifica, il cambio frenetico di canali in TV senza mai fermarsi su un programma, l’interruzione di una conversazione anticipando le parole dell’altro, o lo sbuffare impazienti in fila alla cassa, quando chi ci precede sembra prendersi troppo tempo. È una spinta sottile, ma potente, che ci porta ad accelerare, a saltare passaggi, a cercare soluzioni rapide. Eppure, dietro questa fretta si nasconde qualcosa di più profondo: un messaggio del nostro mondo interiore, una richiesta che spesso ignoriamo. Cosa ci sta dicendo, davvero, la nostra impazienza? E se provassimo ad ascoltarla, cosa potremmo scoprire su noi stessi? L’impazienza non è un semplice capriccio del presente; ha profonde radici nella nostra storia evolutiv...

Giustificarsi: la prigione invisibile del giudizio altrui

Nella ricerca continua di comprensione e approvazione, giustificarsi è diventato un riflesso, un tentativo costante di difendere la propria identità. Spesso, però, ciò nasconde una complessità psicologica legata al nostro bisogno di accettazione, persino da parte nostra. Giustificarsi è come aprire la porta al giudizio altrui, costruendo una prigione invisibile fatta di spiegazioni non richieste e ansie silenziose.  Perché sentiamo l’esigenza di giustificarci? Non si tratta solo di difenderci; in realtà, spesso cerchiamo di rassicurarci rispetto all'immagine che temiamo non venga accettata. Giustificarci diventa così una risposta al timore di essere giudicati o di non essere abbastanza, generando un circolo di vulnerabilità. C’è differenza tra spiegare e giustificarsi: mentre spiegare è comunicare con chiarezza, giustificarsi è una reazione all’ansia di giudizio, un doppio legame in cui, più cerchiamo di dimostrare la nostra innocenza, più sembriamo colpevoli. Una metafora calzante...

Procrastinazione: primo o poi lo faccio!

  “La procrastinazione è la ribellione dell'anima contro l'intrappolamento”, scrive  Nassim Nicholas Taleb, nella raccolta di aforismi: Il letto di Procuste , una ribellione  che però non ci rende liberi ma prigionieri di noi stessi. I nostri pensieri possono essere il nostro peggior nemico quando si tratta di perseguire un obiettivo. Pensiamo a molte ragioni per non agire come volevamo. Nello spazio sospeso tra la presa di una decisione e la decisione stessa entra in scena la  procrastinazione. Il termine procrastinazione, deriva dal latino crastinus che vuol dire domani , il vocabolario Treccani ne da la seguente definizione: differire, rinviare da un giorno all'altro, dall'oggi al domani, allo scopo di  guadagnare tempo o addirittura con l'intenzione di non fare quello che si dovrebbe.  La procrastinazione deriva anche dall'antica parola greca akrasia - fare qualcosa contro il nostro miglior giudizio, catalogabile come un atteggiamento malsano  da...

Dialogo: averne cura per una comunicazione generativa

  Il termine dialogo deriva dal greco DIA che significa attraverso e LOGOS che letteralmente vuol dire parola. L’immagine che questo termine evoca è un fluire di parole che scorrono fra e attraverso di noi.   Il potente valore del dialogo, quale strumento prezioso, ci permette di dare vita o costruire un percorso che ci porta, volente o nolente, in una direzione definita che possa essere ricca o povera, accogliente o fastidiosa. Determinante per il suo esito generativo è che il dialogo sia intriso e contaminato da ascolto costruttivo; ma soprattutto dobbiamo associare all'uso del dialogo la piena e convinta consapevolezza che " In ogni momento abbiamo il potenziale per servire la vita oppure distruggerla ”, come sosteneva Marshall Rosenberg nel suo libro Preferisci avere ragione o essere felice ? Lo stesso autore asseriva che le parole possono essere ponti o muri. In ogni caso il dialogo riveste un ruolo di tutto ris...

La traiettoria delle abitudini

  Tutta la nostra vita, per quanto abbia una forma definita, non è che una massa di abitudini , dichiarava nel 1882 William James.  Il  monito del filosofo fondatore della psicologia funzionale è quanto mai attuale, nonostante sia passato più di  un secolo.  In questo articolo, affronterò l'interessante e affascinante  tema delle abitudini e dello  smisurato potere che hanno su di noi e sulla nostra quotidianità.  La nostra vita è caratterizzata da un insieme di abitudini. La maggior parte delle scelte, e delle relative azioni che svolgiamo quotidianamente, non sono frutto di riflessioni, ma vengono eseguite meccanicamente.   E benché, se viste singolarmente, non abbiano grande significato, nel loro complesso le abitudini influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione economica e il nostro benessere bio-psico-sociale. Ma per quale motivo esse affiorano inesorabili e condizionano le nostre vite? Le abitudini ...

Ho paura di....

  "Le nostre  paure  sono molto più numerose dei  pericoli  che corriamo.  Soffriamo  molto di più per la nostra  immaginazione  che per la  realtà "  asseriva S eneca,  filosofo, drammaturgo e politico romano, esponente dello stoicismo eclettico di età imperiale.   Lo riscontro quotidianamente nella mia pratica clinica, quanto l'immaginazione influisca sulla nostra psiche, pertanto, a partire da questa saggia visione di Seneca vorrei brevemente tratteggiare  la paura al singolare, nella sua estensione e profondità, non le paure specifiche (fobie)... per quello ci vorrebbe un trattato! La paura   è una sensazione  di ansia in presenza di un rischio o di una minaccia  reale  o  immaginaria.  Allo stesso modo, il concetto allude all'apprensione che proviamo ogni volta che siamo convinti che potrebbe  accaderci  un evento avverso.  La paura è un emozione, caratterizzata d...

L'audacia psicologica

  audentis photo gbscavuzzo Audentis fortuna iuvat    ( la fortuna aiuta gli audaci) è una locuzione latina risalente al 19 A.C tratta dal X  Libro dell'Eneide di Virgilio, diventata nel tempo un mòtto ossia un detto sentenzioso, una massima morale o moraleggiante,  che ci esorta   a essere volitivi e coraggiosi   davanti a qualsiasi tipo di evento, anche il più terribile e imprevisto, poiché la sorte - il "fato" - è dalla parte di coloro che osano e sanno prendere gli opportuni rischi.  Ma cos'è l'audacia e cosa la distingue dal coraggio?  L'audacia è  smisurata ed è quella che ci permette di affermarci al di la di ciò di cui pensavamo di essere capaci. Il coraggio, è prima di tutto una reazione, una forza di resistenza e  si esprime nelle situazioni che sopportiamo: pandemie , malattie, avversità.  Il coraggio,  per citare Mark Twain, è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura. L'au...

Declinazioni dello stress

stress distress eustress photo gbscavuzzo Quante volte ci è capitato di dire e ridire a noi stessi  di essere stressati , e quante volte inseriamo di default questo termine nelle nostre discussioni? Una sorta di denuncia pubblica che ci autentifica in un determinato modo: stressati. L'intento di questo articolo è duplice: da un lato cercherò  di rettificare l'immagine negativa associata allo stress, dall'altro delineerò la storia di questo termine al fine non solo di  rivendicarne una chiara definizione delle declinazioni che lo  contraddistinguono ma anche specificarne   il suo volto  poliedrico e preciso. La parola  stress, venne introdotta  per la prima volta in biologia  ben 86 anni fa , dal fisiologo statunitense  Walter Bradford  Cannon  considerato il padre della medicina psicosomatica, ma fu il medico austriaco    Hans Selye  ( 85 anni fa),  a identificare e descrivere la Sindrome Generale di A...

Coltivare per nutrirsi di parole preziose

words photo gbscavuzzo Se vi chiedessi quali sono le parole che utilizzate di più nell'arco delle vostre giornate , sapreste rispondermi? La mia  domanda è  una pura provocazione,  che ha l'intento di  indirizzarvi  o meglio accompagnarvi verso  una riflessione psicologica sull'uso maldestro o agile, impacciato o disinvolto , autentico o artefatto, sicuro o insicuro consapevole o meno sull'uso delle parole.  Ognuno di noi è anche le parole che sceglie e a ricordarcelo è il grande scrittore americano Raymond Carver quando scrive:  " Le parole sono tutto ciò  che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste  " e io aggiungo preziose, nel senso che conferiscano valore anziché disvalore alla comunicazione. Le parole copiano il mondo e lo modellano, oltre alla sonorità hanno   fisicità e corporeità. Qual' è la statura delle parole di cui facciamo uso? che tipo di suoni scegliamo da donare sia agli altri  sia noi stess...