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Benvenuti

Sono lieta di presentarvi il mio blog. Sono una psicologa palermitana di adozione, vitese di nascita, con radici nella vibrante cultura di Palermo e un cuore che batte per la psicologia. Ma c'è un colpo di scena in questa storia: ho trasferito la mia vita e la mia passione a Parigi, immergendomi nell'atmosfera affascinante e ricca di storia di questa città cosmopolita. Questo blog è il risultato di una passione contagiosa per la psicologia, un desiderio di condividere conoscenze e spunti di riflessione con la comunità online. Attraverso una combinazione di profondità e accessibilità, vi i guiderò in un viaggio di scoperta interiore, fornendo un'esperienza coinvolgente per lettori di ogni livello di esperienza. E cosa troverete esattamente su questo blog? Articoli ben ricercati e approfonditi su una vasta gamma di argomenti psicologici. Affronterò tematiche come la gestione dello stress, l'autostima, le relazioni interpersonali, l'ansia e molto altro ancora. Ogni ...
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L'architettura dell'autosabotaggio: schemi mentali e barriere invisibili

  Ci sono momenti in cui ci sembra di lottare contro il mondo, ostacolati da eventi esterni e circostanze fuori dal nostro controllo. Eppure, più spesso di quanto immaginiamo, ciò che realmente ci trattiene nasce dentro di noi. Come nella fotografia che accompagna questo articolo – una donna con il volto coperto dalle mani – ci capita di frapporre una distanza invisibile tra ciò che siamo e ciò che vorremmo diventare. Ho scattato personalmente questa immagine, come tutte quelle che accompagnano i miei articoli: sono parte integrante del messaggio, uno specchio visivo delle dinamiche interiori che esploro. In quel gesto – che può essere sia difesa che prigionia – ho voluto raccontare ciò che spesso accade dentro di noi: una protezione inizialmente necessaria che, nel tempo, rischia di trasformarsi in barriera. L’autosabotaggio è una dinamica silenziosa e profonda. Non si presenta in modo eclatante: si insinua nei pensieri più razionali, travestito da prudenza, senso di realtà, o buo...

Aspettative: mettere a fuoco ciò che conta davvero

 “ " Liberarci dalle aspettative degli altri, per restituirci a noi stessi.” Queste parole della scrittrice americana Joan Didion sembrano racchiudere un segreto antico e potente, che riecheggia in ciascuno di noi quando ci troviamo intrappolati nel labirinto di ciò che dovremmo essere . È un invito, quello della  Didion, a ritornare al nucleo della nostra autenticità, a spezzare quelle catene invisibili fatte di approvazioni, giudizi e standard che, silenziosamente, ci allontanano da noi stessi. Le aspettative sono ingannevoli. All’inizio sembrano una bussola, un faro che ci guida verso ciò che desideriamo. Ma troppo spesso, anziché essere una forza propulsiva, diventano una trappola emotiva. Ci ritroviamo a inseguire ideali irrealistici, pensando che la felicità sia un premio da guadagnare, qualcosa che ci aspetta dopo . Dopo un successo, dopo un cambiamento, dopo un traguardo. E così, anziché vivere il presente, ci immergiamo in un continuo rimandare, inseguendo un’asticel...

L’impazienza: un’analisi psicologica

  L’impazienza è come un filo invisibile che attraversa le nostre giornate, tirandoci verso un ritmo sempre più veloce. Non si manifesta in modo palese, ma si insinua nei piccoli gesti quotidiani: il controllo incessante del telefono in attesa di un messaggio o una notifica, il cambio frenetico di canali in TV senza mai fermarsi su un programma, l’interruzione di una conversazione anticipando le parole dell’altro, o lo sbuffare impazienti in fila alla cassa, quando chi ci precede sembra prendersi troppo tempo. È una spinta sottile, ma potente, che ci porta ad accelerare, a saltare passaggi, a cercare soluzioni rapide. Eppure, dietro questa fretta si nasconde qualcosa di più profondo: un messaggio del nostro mondo interiore, una richiesta che spesso ignoriamo. Cosa ci sta dicendo, davvero, la nostra impazienza? E se provassimo ad ascoltarla, cosa potremmo scoprire su noi stessi? L’impazienza non è un semplice capriccio del presente; ha profonde radici nella nostra storia evolutiv...

Giustificarsi: la prigione invisibile del giudizio altrui

Nella ricerca continua di comprensione e approvazione, giustificarsi è diventato un riflesso, un tentativo costante di difendere la propria identità. Spesso, però, ciò nasconde una complessità psicologica legata al nostro bisogno di accettazione, persino da parte nostra. Giustificarsi è come aprire la porta al giudizio altrui, costruendo una prigione invisibile fatta di spiegazioni non richieste e ansie silenziose.  Perché sentiamo l’esigenza di giustificarci? Non si tratta solo di difenderci; in realtà, spesso cerchiamo di rassicurarci rispetto all'immagine che temiamo non venga accettata. Giustificarci diventa così una risposta al timore di essere giudicati o di non essere abbastanza, generando un circolo di vulnerabilità. C’è differenza tra spiegare e giustificarsi: mentre spiegare è comunicare con chiarezza, giustificarsi è una reazione all’ansia di giudizio, un doppio legame in cui, più cerchiamo di dimostrare la nostra innocenza, più sembriamo colpevoli. Una metafora calzante...

Viaggio verso il Benessere Psicologico

Nel cammino verso il benessere psicologico, emergono le illuminanti parole del famoso psicologo  Carl Rogers e la sua proclamazione: "Il corpo non mente mai". Questa potente enunciazione ci spinge a superare le limitazioni delle percezioni esterne del nostro corpo. Ci invita piuttosto a esplorare il corpo come un mezzo per comprendere le intricanti sfaccettature della nostra psiche, riconoscendo la sua profonda connessione con la nostra esistenza interiore. Il concetto che il corpo è molto più di una semplice struttura fisica si basa sull'idea che il corpo è profondamente interconnesso con la nostra mente e il nostro benessere psicologico. In parole semplici, questo significa che il corpo non è solo una "scatola" che contiene organi e ossa, ma è anche il luogo dove si manifestano e si esprimono le nostre emozioni, le nostre esperienze e i nostri pensieri. Il corpo è come un "messaggero" che ci comunica ciò che sta accadendo dentro di noi, anche quando ...

Self compassion o essere gentili con se stessi

Nei momenti difficili, perché non ci rivolgiamo a noi stessi con la stessa premura che riserviamo ai nostri migliori amici? Perché non utilizziamo parole gentili accorte e rassicuranti, proprio come faremmo con loro quando si trovano in difficoltà? L'importante concetto di "self-compassion" è stato introdotto nel campo della  psicologia da Kristin Neff, una psicologa statunitense e ricercatrice pioniera nel campo di questo argomento. Negli anni 2000,  Neff ha iniziato a esplorare e sviluppare questo concetto, diventando da allora una delle figure in quest'area di studio.   Il suo lavoro ha suscitato un grande interesse nella comunità scientifica e nel pubblico, dimostrando gli evidenti vantaggi psicologici ed emotivi di trattare se stessi con gentilezza e compassione.  Kristin Neff ha prodotto numerosi libri sull'argomento e continua a sostenere la ricerca e la pratica della self compassion come strumento per la guarigione e il benessere. Il nucleo del suo lavor...

Anatomia psicologica del senso di colpa

Nel celebre libro "La provincia dell'uomo", l'acclamato scrittore, saggista e aforista bulgaro Elias Canetti ci ha offerto una profonda riflessione sui sentimenti di colpa. La sua affermazione che "la cosa spaventosa nei sentimenti di colpa è che neanche essi sono giusti" ci invita a considerare che i sentimenti di colpa non sempre sono razionali o giustificati, ma possono invece diventare una fonte di paura e sofferenza.  Spesso ci troviamo a provare un senso di colpa per cose che non abbiamo fatto o che non sono sotto il nostro controllo.  Questi sentimenti possono essere influenzati da fattori come eventi naturali, azioni di altre persone, motivi culturali o religiosi, che non sempre trovano riscontro nella realtà oggettiva. In altre parole, il senso di colpa può essere influenzato da molteplici fattori e non necessariamente corrispondere alla realtà o essere proporzionato alla colpa effettiva. A volte ci sentiamo più in colpa di quanto sia necessario o g...

Procrastinazione: primo o poi lo faccio!

  “La procrastinazione è la ribellione dell'anima contro l'intrappolamento”, scrive  Nassim Nicholas Taleb, nella raccolta di aforismi: Il letto di Procuste , una ribellione  che però non ci rende liberi ma prigionieri di noi stessi. I nostri pensieri possono essere il nostro peggior nemico quando si tratta di perseguire un obiettivo. Pensiamo a molte ragioni per non agire come volevamo. Nello spazio sospeso tra la presa di una decisione e la decisione stessa entra in scena la  procrastinazione. Il termine procrastinazione, deriva dal latino crastinus che vuol dire domani , il vocabolario Treccani ne da la seguente definizione: differire, rinviare da un giorno all'altro, dall'oggi al domani, allo scopo di  guadagnare tempo o addirittura con l'intenzione di non fare quello che si dovrebbe.  La procrastinazione deriva anche dall'antica parola greca akrasia - fare qualcosa contro il nostro miglior giudizio, catalogabile come un atteggiamento malsano  da...