Prendo a prestito una frase famosa di Stephen King: "il mi dispiace è il pronto soccorso delle emozioni umane" per analizzare, brevemente, un enunciato ricorrente nelle nostre quotidianità.
Il pronto soccorso è un luogo che evoca l'emergenza , una circostanza imprevista, una situazione negativa istantanea cui si deve far fronte in modo immediato.
Quante volte nella nostra vita abbiamo detto mi dispiace...e quante volte questo "modo di dire " è stato sincero, accorato o circonstanziato? e quante è stato un mi dispiace di "servizio", utile a spegnere un incendio relazionale?
Ciascun lettore , rifletterà sugli itinerari di vita dove si è più volte scontrato nei vari luoghi del mi dispiace. Ritengo utile e funzionale, pertanto, adottare un percorso mentale che identifichi non solo i lineamenti del "mi dispiace" per riconoscerne il volto, ma anche consapevolizzarli o esserne coscienti.
Adottare la suddetta strategia (identificare e consapevolizzare), ci aprirà un percorso che ci aiuterà a incamminarci in un sentiero di ascolto e di accoglienza dell'altro che non è mai una scelta infelice.
Commenti
La mia interpretazione di esso è che tale espressione equivarrebbe a scusarsi per un'eventuale fuga da un rapporto e dalle responsabilità ad esso connesse. Significherebbe che se si tratta di amore vero esso non dovrebbe finire. Non mi dilungo sul significato dell'amore ma in generale "mi dispiace" è un tagliare corto.
"mi dispiace, non posso aiutarti",
"mi dispiace che tu stia male". Affermare ciò equivale a dare un significato di ineluttabilità alle sofferenze altrui senza far nulla per aiutare.
Quindi impariamo a non dire "mi dispiace" e a domandarci cosa possiamo fare per risolvere i problemi.