Le immagini che vedete in copertina hanno lo scopo di esemplificare due concetti complessi e tecnici che attraversano lo spazio digitale pubblico e trovano ragion d'essere soprattutto nei social network ,ma non solo. L'obiettivo che mi propongo di affrontare in questo articolo è comprendere alcuni aspetti e dinamiche della poliedrica comunicazione contemporanea nella rete.
Il tema è la misinformation che in italiano si riferisce a qualunque informazione errata, anche se non fabbricata o trasmessa intenzionalmente, e analizzarne i meccanismi di cui si alimenta.
Siamo unanimi a bandire e combattere la misinformation , sebbene di solito, siamo noi stessi ad attivarla inconsapevolmente.
Per contrastarla e riconoscerla è necessario dare cittadinanza attiva ad un alfabetizzazione digitale consapevole o meglio attenta, riflessiva e responsabile.
Un argomento poco conosciuto, che alimenta le insidie che si nascondono nella rete ma interessante perché collude con i nostri bisogni psicologici, nella fattispecie avete mai sentito parlare di filter bubbles ( bolle di filtraggio) ed echo chambers
( letteralmente camera dell'eco)?
Se non avete la più pallida idea continuate a leggere questo articolo e proverò a darvi una spiegazione.
Sono due fenomeni molto simili ma ciascuno con un identità ben precisa.
L'espressione filter bubble, coniata dal sociologo e attivista statunitense Ely Parisier ( clicca qui per vedere la conferenza ted dove ne parla) , si riferisce ad un sistema informativo o meglio uno spazio personalizzato, generato da algoritmi, che ci indicano e propongono contenuti di nostro gradimento e ci mostrano solo ciò che vogliamo vedere , motivo per cui i nostri social network appaiono in linea con i nostri interessi.
Fortificata dalla bolla di filtraggio la echo chamber è un sistema chiuso e impermeabile a idee differenti. Secondo il vocabalorio Treccani, si tratta di ambienti virtuali che portano alla ripetitiva trasmissione e ritrasmissione di informazioni, idee o credenze all'interno di un ambito omogeneo e chiuso, in cui visioni e interpretazioni divergenti finiscono per non trovare più considerazione.
Non è ne facile né semplice rendersi conto di essere intrappolati in un echo chamber poiché questo spazio digitale fa leva su meccanismi psicologici radicati nella mente dell'individuo. Primo il bisogno di appartenenza, ossia la necessità di prendere parte ad un gruppo, una caratteristica di tutti gli esseri umani che ci induce a esprimere sia opinioni sia giudizi ad una platea di riferimento simile. Secondo , ciò che gli studiosi hanno definito confirmation bias, ossia pregiudizio di conferma che incarna il bisogno di ottenere l'approvazione dell'altro e l'appoggio delle nostre idee e prese di posizione. In pratica, il nostro personale percorso in rete viene tracciato e i nostri dati alimentano il nostro algoritmo personalizzato, sartoriale, costruito su misura per noi che intercetta le nostre preferenze e ce le ripropone in un ciclo continuo difficile da invalidare.
La echo-chamber bandisce le opinioni contrarie , ci protegge dal contatto scontro con l'alterità che può essere causa di stress o paura, proprio per questo motivo risulta difficile prenderne coscienza della trappola in cui siamo calati.
Sapere selezionare l'informazione in modo consapevole, è di cruciale importanza per scavalcare l'effetto delle filter bubbles e delle conseguenti echo-chambers e può essere appianato arginando quella condizione di misinformazione creata dagli algoritmi social .
Il mio consiglio, è quello di utilizzare strumenti molto più potenti quali la riflessione, il pensiero critico e il dialogo.
Per sfuggire all'effetto eco degli algoritmi social rimane sempre un metodo infallibile aprirsi a quella meravigliosa e imprevedibile scoperta che è il dialogo con l'altro/a.
Riconoscere e sfidare le filter bubbles e le echo chambers diventa un' obiettivo per essere fattivi pensatori critici.
Per coloro che vogliono approfondire questo tema, consiglio la visione di questo documentario clicca qui
Per chi vuole conoscere il potere degli algoritmi , consiglio la lettura del libro di Alessandro Vespignani e Rosita Rjtano, l'algoritmo e l' oracolo, edito dalla casa editrice il Saggiatore.
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